I capricci nascono all’interno di una relazione, il più delle volte tra genitore e bambino. Perché si strutturi, infatti, il capriccio necessita della presenza di due attori (un adulto e un bambino) in quanto si tratta di un fenomeno relazionale che mira a modificare qualcosa all’interno del rapporto tra i protagonisti..
Il motivo per il quale si si innescano i capricci risulta spesso futile (una caramella negata, un cibo che il bambino rifiuta di mangiare, un gioco non concesso, ecc.), in genere si tratta di una richiesta solo di facciata che nasconde qualcosa di più profondo a livello relazionale.
L’insensatezza della richiesta e la reazione eccessiva possono suscitare nel genitore risposte irritate e aggressive in particolare quando le “scenate” si innescano in luoghi pubblici nei quali ci si sente esposti al giudizio altrui.
I capricci si svolgono sempre su due piani:
- Uno esplicito che riguarda cose futili e irrilevanti;
- L’altro implicito più importante che spesso non è consapevole.
Spesso il bambino attraverso il capriccio comunica il bisogno di un segno concreto di amore perché non si sente sicuro sul piano emotivo. Il bisogno di rassicurazione sull’essere amato può derivare da periodi “difficili” vissuti dal genitore che possono portarlo ad allontanarsi mentalmente o fisicamente dal proprio figlio.
Il bambino può dubitare dell’affetto dei genitori quando ad esempio è in arrivo o è arrivato un fratellino o una sorellina, può essere angosciato perché sente che i genitori intendono separarsi o si sono separati.
Il bambino percepisce la distrazione, la depressione, la preoccupazione e la fragilità del genitore nei momenti di difficoltà e teme di poter perdere o di aver perso il suo amore. Attraverso il capriccio il genitore viene messo alla prova per avere una rassicurazione interna.
Un altro bisogno che si nasconde dietro al capriccio può essere quello di mettere alla prova se stesso e il genitore sulle dinamiche di potere all’interno della relazione. Alcuni atteggiamenti prepotenti ed aggressivi nascono proprio per l’incapacità del bambino di soddisfare il proprio bisogno di riconoscimento. In questo caso il capriccio ha la funzione di provocare l’adulto per sentirsi importante per lui.
Ricevere delle regole e dei limiti fermi e chiari è un’esigenza per il bambino: le regole e i limiti gli permettono infatti di percepire e fare propri degli strumenti che gli consentiranno di muoversi nel mondo con maggiore sicurezza. La fermezza e la coerenza nel fissare le regole sono un segnale di affetto che il bambino avverte chiaramente.
La stabilità e la forza emotiva dell’adulto vengono saggiate dal bambino soprattutto nei momenti di maggiore insicurezza, di fronte alla quale reagisce mettendo in atto comportamenti ed atteggiamenti dispotici.
Il più delle volte i genitori si fermano a negoziare il piano superficiale del capriccio senza riuscire a cogliere il piano relazionale che in tal modo rimane implicito. Questo genera frustrazione e rabbia in entrambi, è indispensabile quindi riuscire ad individuare il messaggio nascosto mettendo da parte il pretesto che ha innescato la crisi.
E’ importante però riuscire a discriminare i veri capricci: spesso vere e proprie manifestazioni d’angoscia vengono considerate come tali. In questi casi è assente il livello superficiale esplicito (ad esempio la caramella), il bambino si mostra angosciato ma non sa o non riesce a comunicare il motivo della “crisi”.
Questo tipo di comunicazioni vanno considerate seriamente facendo sentire al bambino la propria intenzione di comprensione, aiuto e contenimento senza minimizzare.
A volte è necessario chiedere l’aiuto di uno psicologo per riuscire a fronteggiare questi momenti di crisi che rischiano di innescare reazioni aggressive da entrambe le parti.